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HIGH TECHNOLOGY RESEARCH CENTER FOR SUSTAINABLE CONSTRUCTION

Innovation areas

 

Stress District and University of Sannio experience energy efficiency with a real-scale demonstrator in Benevento: nZEB-Nearly Zero Energy Building

The nZEB building, which was born as a real-scale demonstrator of Smart Case research project, implemented by STRESS technological district, is one of the first tests of this kind in southern Italy, in Mediterranean climates.

 

RAI 3 TGR Campania 18/01/2018

Press

Il mattino 17/01/2018    Roma 17/01/2018    Il Sannio 17/01/2018

repubblica.it 17/01/2018  ilmessaggero.it17/01/2018  piumezzogiorno.it 17/01/2018   ilmattino.it 16/01/2018    ottopagine.it 16/01/2018   ansa.it S&T16/01/2018      ansa.it 16/01/2018     ildenaro.it 16/01/2018  dodicimagazine.it 16/01/2018     affaritaliani.it 16/01/2018 ilquaderno.it 16/01/2018  magazine3D.it 16/01/2018      dodicimagazine.it 15/01/2018   ilmattino.it 10/01/2018    ildenaro.it 10/01/2018

 

Progetto BIM ReCult

 

 

BIM ReCult: il metodo BIM per il recupero del patrimonio culturale

Il progetto BIM ReCulT è incentrato sullo sviluppo di applicativi di BIM authoriting per la creazione ed uso di modelli informativi digitali open BIM dedicati alla gestione degli edifici storici monumentali, integrando ad essi strumenti di fruizione aumentata: es. Augmented Reality (AR) e Virtual Reality (VR), con cui valorizzare gli stessi edifici e facilitarne la gestione, nell’era dell’industria 4.0, sfruttando tecnologie altamente innovative con lo scopo di immergere totalmente gli utenti all’interno dei contenuti del bene monumentale visitato ovvero adottare soluzioni smart con cui facilitare l’utilizzo, la manutenzione e la gestione del bene monumentale.
Il progetto BIM ReCulT si pone l’obiettivo di applicare la metodologia BIM agli edifici monumentali, metodologia definita HBIM, acronimo di Heritage Building Information Modeling , creando una piattaforma appositamente dedicata che supporti tutte le fasi decisionali comprese quelle connesse alla manutenzione, riqualificazione e gestione del bene.
Nel dettaglio, gli applicativi che si intendono sviluppare, abbracciano l’intero processo che porta alla costruzione di un modello HBIM. Partendo dalle fasi conoscitive del bene, ovvero da studi storici con cui risalire alle diverse fasi costruttive, stratigrafie, sovrapposizioni, etc. che caratterizzano la quasi totalità del costruito storico nazionale. Successivamente, campagne di indagini in situ, rilievi geometrici utilizzando strumenti manuali e digitali più o meno avanzati (laser scanner, stazione totale, etc.) unite a indagini localizzate, più o meno invasive, (saggi, ispezioni, termografie, geo-radar, etc.) portano alla costruzione geometrica del modello, che in tale fase contiene solamente dati geospaziali.
Il progetto prevede lo sviluppo di metodologie ad hoc per la gestione digitale e l'interoperabilità delle informazioni dei processi. Saranno sviluppati cioè gli "Information Delivery Manual" (IDM) e i "Model View Definition" (MVD), per la piattaforma, secondo la normativa internazionale ISO 29481.
Dal punto di vista informatico, per la piattaforma digitale dovrà essere studiata una infrastruttura server in grado di gestire i Big Data provenienti da edifici storici monumentali complessi.
Si comporrà così un sistema interoperabile e olistico di raccolta, conservazione e analisi dei dati dell'edificio storico monumentale per la sua gestione nell'intero ciclo di vita.
Il progetto, contestualmente, mira a sviluppare applicativi mediante i quali visualizzare ed interrogare i modelli HBIM, opportunamente caricati su server, attraverso un comune browser (es. Chrome, Firefox, etc.). Tali applicativi consentiranno l’utilizzo da parte di qualsiasi utente, anche i meno esperti, ed inoltre permetteranno di interagire ed interrogare in tempo reale il modello anche con un semplice dispositivo smart (es. tablet). I modelli HBIM, mediante questi applicativi, potranno essere fruiti attraverso strumenti di realtà aumentata per offrire esperienze immersive, utili a sostenere politiche di incentivazione e valorizzazione del settore dei beni culturali.

 

Inizio: Novembre 2018

 

Partners
ACCA Software SpA, ETT SpA, STRESS Scarl

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Progetto Planner

 

 

PLANNER - Piattaforma per la gestione dei rischi naturali in ambienti urbanizzati

Planner - Piattaforma per la gestione dei rischi naturali in ambienti urbanizzati, prevede la prototipazione di una piattaforma SW (Spatial Decision Support System SDSS) basata su tecnologia WEB-GIS, che parte dalla popolazione di data base strutturati quali:

  • le caratteristiche ambientali dell’area studiata (morfologia, geologia,…)
  • le caratteristiche del patrimonio costruito (tipologie costruttive, epoche di costruzione, stato di manutenzione).
  • le caratteristiche del contesto socio economico.

L’idea progettuale consiste nel realizzare uno strumento di supporto alle decisioni che consenta di mappare il livello di vulnerabilità rispetto ai rischi di tipo ambientale ( hazard sismico, idrogeologico, cambiamenti climatici) è fornire un kit completo di strumenti interoperabili, tecnologie e metodologie di lavoro correlate, finalizzato a supportare i pianificatori urbani e le pubbliche amministrazioni nella valutazione, gestione e mitigazione tempestive, attraverso misure di miglioramento della resilienza.

L’obiettivo del progetto è quello di realizzare uno strumento informatico che consenta di far confluire tutti i livelli informativi in un sistema di supporto decisionale dinamico (SDSS), basato sulle caratteristiche geo-spaziali dell’ambiente urbano oggetto dell’analisi, funzionali all’implementazione dei seguenti moduli:

  • Azioni a lungo termine DSS" (livello di preparazione strategica) in grado di identificare, valutare e stabilire le priorità, per ogni specifico rischio e contesto .
  • Azioni a breve termine DSS, in grado di assistere nelle decisioni relative alle azioni da attuare in tempi brevi (livello di allerta precoce e gestione delle emergenze).

Il raggiungimento degli obiettivi del progetto fa leva su tecnologie e strumenti innovativi, quali l’utilizzo di dati telerilevati da satellite e la loro elaborazione. Le applicazioni dei dati satellitari sono svariate e tutte di grande importanza, come il monitoraggio e la gestione del territorio; la valutazione di impatto ambientale, la lotta all’abusivismo edilizio e al crimine ambientale; le previsioni e il controllo delle catastrofi grazie alla valutazione di rischi come incendi, alluvioni; il controllo di faglie e anomalie, dei movimenti tettonici, instabilità dei pendii; lo studio dell’idrologia e delle risorse idriche; l’aggiornamento della cartografia e della topografia; il monitoraggio di sostanze inquinanti; il monitoraggio dell'atmosfera, dei mari.

 

Inizio: Novembre 2018

 

Partners
ETT S.p.A., GeneGIS S.r.l., STRESS Scarl

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CrOSSBOW - Smart COmmunitieS and Social challenges – a Bridge Over the World

CrOSSBOW

  Smart COmmunitieS and Social challenges – a Bridge Over the World

 POR Campania FERS 2007-2013

 

 

               

progetto-crossbow.it

Per STRESS, proporsi quale elemento qualificante per una filiera complessa come quella delle costruzioni significa agire in sinergia con i principali stakeholders presenti sul territorio e proiettare le proprie iniziative, da una scala regionale ad una nazionale ed internazionale. Per questo la Società ha cercato sempre di porsi al centro di un network composto da Università, centri di ricerca, imprese e associazioni di categoria con l’obiettivo di mettere in campo attività operative atte a facilitare quei processi di diffusione delle tecnologie sviluppate nei progetti di ricerca e di creazione di nuove opportunità.

Attraverso il progetto “CrOSSBOW” il Distretto STRESS si è prefissato quindi l’obiettivo strategico di potenziare gli strumenti di dialogo permanente e di cooperazione con operatori scientifici e produttivi presenti sul territorio estero, soprattutto extra-europeo.

Con il progetto CrOSSBOW è stata infatti colta l'opportunità, supportata dalla Regione Campania, di delineare quelle traiettorie tecnologiche, “dei ponti”, necessari a guardare oltre confine e oltre la congiuntura nazionale per esportare l'innovazione tecnologica prodotta e, al contempo, individuare dei benchmark cui far riferimento per indirizzare le nuove linee di ricerca mutuando le esperienze che potranno provenire, favorendo azioni di incoming, da processi di cross-pollination.

Nella definizione della scientific research agenda, obiettivo di CrOSSBOW, STRESS è stata affiancata dalla STS e dalla Deloitte Consulting che hanno contribuito a delineare mappe strategiche e individuare i paesi target in cui poter esportare quell’innovazione che il mondo della ricerca ha prodotto in questi anni e che il mondo imprenditoriale ritiene pronta per una fase di “industrializzazione”.

 

Il foresight tecnologico è uno strumento a supporto della formulazione strategica di politiche di medio-lungo termine in campo scientifico, tecnologico e innovativo. In estrema sintesi, può essere definito come la scienza che aiuta a immaginare il futuro – evidenziando una rosa di futuri possibili - e a prepararsi ad affrontarlo. Si tratta dell’esercizio collettivo di una comunità nella costruzione di una visione del futuro al fine di orientare le scelte strategiche per il proprio riposizionamento come quello di nazioni, regioni o singole imprese nel panorama mondiale. In particolare, in campo tecnologico la possibilità di prevedere lo sviluppo, sia in termini di capacità evolutive della ricerca, sia in termini di aumento dei bisogni, ha notevoli risvolti economici e sociali.

Le finalità di uno studio di Foresight Tecnologico possono essere molteplici, tra le più rilevanti, che hanno caratterizzato lo studio qui presentato, elenchiamo:

- Definire le priorità di ricerca e sviluppo sulle quali incentrare le attività del Distretto e le nuove aree tecnologiche sulle quali applicarsi.

- Individuazione delle variabili e delle metriche per seguire l’evoluzione delle tecnologie e monitorare le alternative nel tempo e quindi identificare le direzioni di sviluppo più promettenti di alcune tecnologie specifiche.

- Definire il posizionamento competitivo del distretto in termini di produzione tecnologica.

Di seguito viene proposta una panoramica riassuntiva delle principali attività svolte nell’ambito del foresight tecnologico suddivise per i tre livelli di analisi che contraddistinguono il Report di internazionalizzazione.

 

Tramite l’analisi dei questionari e i dati ricavati dalle interviste dirette ai consorziati si sono definiti i quattro maggiori ambiti di attività del Distretto STRESS.

 

 All’interno di ogni campo di attività sono identificate le tecnologie maggiormente sviluppate dai consorziati di STRESS.

 

Attraverso l’incrocio dell’offerta tecnologica (technology push) del Distretto e della domanda tecnologica (demand pull) dei Paesi identificati come target si è ottenuto il posizionamento competitivo del Distretto per ognuno di campi di attività.

 

A partire dall’offerta tecnologica e dalla propensione dei consorziati risultante dall’analisi dei questionari e delle interviste dirette, si sono identificati gli ambiti di maggiore potenzialità innovativa per il Distretto.

 

Le strategie di entrata nei mercati esteri ruotano intorno ad una serie di elementi chiave che caratterizzano l’impresa. Innanzitutto, la scelta della strategia da adottare dipenderà in larga misura dalla specificità del business dell’impresa stessa, nonché dalle caratteristiche del segmento di mercato nel quale opera. Ciò, inoltre, sarà strettamente connesso anche con alcuni fattori contingenti l’impresa, quali il livello di tecnologie e know-how posseduto, i vantaggi dimensionali capaci di acquisire e la natura del suo processo produttivo. Nella definizione della strategia di internazionalizzazione, l’impresa dovrà poi, tener conto delle peculiarità dei suoi clienti attuali e di quelli potenziali, delle caratteristiche dei canali di distribuzione dei paesi nei quali intende internazionalizzarsi, nonché della sua capacità di coordinamento tra le varie attività produttive lungo l’area geografica oggetto della sua attività. Oltre agli elementi sopra descritti, possono essere oggetto dell’analisi di internazionalizzazione anche altri fattori, utili per tracciare le possibili strategie di entrata nei mercati esteri. Tra questi, quelli che l’impresa dovrà maggiormente considerare riguardano la scelta se implementare la strategia autonomamente o in collaborazione con terzi, il livello di coinvolgimento che vuole assumere e i costi che è in grado di sostenere. Ciò, a sua volta, sarà strettamente connesso con tutti quei fattori caratterizzanti l’azienda, quali la struttura economico-finanziaria, l’assetto organizzativo e tecnico, nonché quello dimensionale.

La prima strategia di internazionalizzazione che deve essere analizzata è l’esportazione, anche se non riflette una vera e propria internazionalizzazione dell’azienda. Con l’esportazione, infatti, l’impresa non ha alcuna unità produttiva nei mercati nei quali opera. L’impresa può esportare all’estero i suoi prodotti attraverso due distinte metodologie: indiretta o diretta.

Il licensing, ovvero il cedere ad un’altra impresa il diritto di produrre i prodotti/servizi conformi ai propri dietro il pagamento di un corrispettivo fisso o variabile rappresenta una strategia di internazionalizzazione indiretta in quanto non necessariamente, per implementarla, l’impresa deve entrare in contatto con il mercato. Nonostante ciò, il licensing può essere, comunque, considerato una strategia di internazionalizzazione, poiché permette all’impresa licenziante di incominciare ad acquisire alcune informazioni di base sui mercati nei quali in futuro potrebbe incominciare ad operare direttamente.

A tale categoria appartengono diverse forme di strategie, di cui i consorzi sono le forme più rappresentative, soprattutto nelle regioni settentrionali dell’Italia. la partecipazione ad un consorzio per l’esportazione si presenta particolarmente interessante per quelle imprese che si affacciano per la prima volta sui mercati esteri, o che, comunque, non intendono stabilirvisi per lunghi periodi.

Con questo tipo di accordo, l’impresa interessata ad affermarsi in un certo Paese estero (Franchisor) concede a uno o più franchisee locali (affiliati) l’utilizzazione della propria formula organizzativa e commerciale, compreso il diritto di avvalersi del suo know-how, del suo marchio e delle sue insegne, nonché la possibilità di essere beneficiario di altre prestazioni e forme di assistenza volte a consentire che la gestione dell’affiliato avvenga nel modo più coerente possibile con l’immagine e con gli obiettivi strategici dell’affiliante.

Tale modalità esprime l’accordo per effetto del quale il produttore o distributore locale offre a un produttore o distributore estero i servizi della propria organizzazione distributiva. Tale accordo prevede due controparti: cioè l’impresa industriale di maggiori dimensioni (il carrier), già presente nel mercato estero, che si incarica della distribuzione, e l’impresa che vuole entrare nel mercato estero. L’impresa che si incarica della distribuzione nel mercato estero può scegliere il prodotto in modo che esso svolga una funzione di integrazione della gamma da essa offerta evitando problemi di sovrapposizione da prodotto. Questo accordo può risultare vantaggioso Qualora il sistema distributivo del mercato in cui si vuole entrare sia difficilmente accessibile; tuttavia il contatto con il cliente estero è solo indiretto poiché mediato dal carrier sulle cui politiche commerciali spesso il rider non può esercitare alcuna influenza.

La costituzione di una joint-venture rappresenta la strategia di internazionalizzazione che maggiormente si avvicina alla forma più estrema degli investimenti diretti. È la tipica strategia che le imprese scelgono di implementare quando il loro obiettivo è avere una stabile presenza sui mercati esteri, oppure quando la costituzione di una joint-venture rappresenta l’unica via per superare le barriere di entrata in un dato mercato. Sebbene le tipologie di joint-venture variano a seconda delle normative dei singoli paesi, in linea generale, le principali forme possono essere considerate:

  • Le Equity joint-venture (Ejv),

  • Le Contractual joint-venture (Cjv),

  • Le Wholly Foreign-Owned Enterprise (Wfoe)

Tale è la strategia nella quale l’impresa che si internazionalizza costituisce una propria base produttiva/commerciale nei mercati nei quali intende espandersi. La costituzione di proprie filiali all’estero può essere condotta attraverso la costituzione ex novo di unità produttive, o mediante l’acquisizione di imprese già operanti sul mercato. Dal punto di vista degli obiettivi che tale strategia si prefigge di raggiungere, di norma la costituzione di filiali all’estero rappresenta la forma più stabile e coinvolgente dell’internazionalizzazione. Infatti, le imprese che decidono di presidiare direttamente i mercati esteri sono principalmente quelle imprese che si pongono obiettivi di medio-lungo termine. Inoltre, una tale strategia garantisce nel tempo il raggiungimento di una solida conoscenza dei mercati esteri, nonché lo sviluppo di un adeguato know-how che caratterizza l’intero processo di internazionalizzazione.

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SENECA - Sensi e vibrazioni: musica e new media tra cultura e territorio

 

SENECA

 Sensi e vibrazioni: musica e new media tra cultura e territorio

 POR Campania FERS 2007-2013

 

 

               

 

Con il progetto SENECA - Musica e New Media tra Cultura E Territorio - si intende realizzare un creative lab che attraverso l’uso di tecnologie partecipative sia capace di promuovere “nuove esperienze” di fruizione e partecipazione delle arti attraverso l’interazione di più sensi. Si intende sviluppare il progetto su due filoni:

a) Partendo dal patrimonio storico museale dell’Archivio Storico della Fondazione Banco di Napoli,  coinvolto come end user del progetto, si è sviluppato un progetto condiviso di forme di fruizione e integrazione delle arti dello spettacolo con il patrimonio culturale ed archivistico sfruttando le tecnologie più moderne dell’ICT.  In particolare sono stati installati due exhibit multimediali che partendo dalle storie raccolte dai documenti dell’Archivio della Fondazione, permetteranno di ripercorre e conoscere aspetti nuovi ed originali del movimento musicale Napoletano tra il ‘700 e l’800.

b) Partendo, invece, dalla ricchezza delle tradizioni territoriali e gastronomiche del Sannio, si vuole creare un percorso multisensoriale che sposi le vibrazioni della musica con quelle indotte, sugli altri sensi, dal territorio e dai suoi prodotti.

 

Con entrambi i percorsi si punta, in generale ad unire sensi e vibrazioni in un’esperienza unica che, in linea con le tendenze internazionali di fruizione dei musei e delle installazioni immersive, possa valorizzare i patrimoni e i bagagli culturali dei due siti, garantendo un’opportunità di ritorno turistico e quindi economico.
Nel progetto si integreranno i ruoli degli organismi di ricerca, che avranno il compito di veicolare la conoscenza del patrimonio culturale territoriale e museale nonché di produrre contenuti musicali, e quelli delle imprese, con il compito di sviluppare app e tecnologie ICT per la fruizione e la valorizzazione dei contesti culturali e musicali e le relative strategie di marketing e modelli di business.
La Campania vanta uno dei più vasti e inestimabili patrimoni culturali al mondo: basti pensare che ben cinque siti sono stati dichiarati patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO, senza considerare tutti i siti cosiddetti minori che purtroppo non sono adeguatamente promossi nonostante siano di altissimo valore artistico e archeologico. L’obiettivo è quello di sviluppare una best practice, che integrando tecnologie ICT e la ricchezza del patrimonio, possa fornire uno slancio per la tutela e manutenzione legata alle peculiarità di tale patrimonio e che possa con opportuni modelli di marketing e business sopperire all’endemica carenza di risorse e mezzi causata.

 

Il Cartastorie, Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli, nasce per valorizzare l’enorme patrimonio di storie e di personaggi custodito nelle scritture degli antichi banchi pubblici napoletani. Circa ottanta chilometri di scaffalature contengono diciassette milioni di nomi, centinaia di migliaia di pagamenti e dettagliate causali che ricostruiscono un affresco vivo di Napoli e di tutto il Mezzogiorno, dal 1573 sino ai giorni nostri. Un tesoro di memorie lungo 450 anni.
Il Cartastorie, utilizzando ogni canale di divulgazione disponibile, dalla multimedialità alla scrittura creativa, restituisce alla città e al mondo intero le voci, le narrazioni e le vicende immortalate sulle innumerevoli pagine dei tomi dell’Archivio Storico del Banco di Napoli.

Attraverso il progetto Seneca sono state allestite, nell'Archivio Storico, le Sale della Musica, mediante la realizzazione di exhibit museali con istallazioni interattive e avatar, generando dei percorsi che uniscono sensi e vibrazioni in un’esperienza unica, in linea con le tendenze internazionali di fruizione dei musei e delle installazioni immersive

Protagonisti delle due Sale che saranno inaugurate giovedì 23 giugno 2016 sono, in particolare, Angelo Carasale, l’impresario che costruì il Real Teatro di San Carlo di Napoli e “correntista” degli antichi banchi pubblici partenopei, e i compositori Verdi, Donizetti, Cimarosa, Paisiello e Pergolesi. Le loro storie vengono raccontate con strumenti in cui si fondono arti e nuove tecnologie, con l’obiettivo di promuovere innovative esperienze di fruizione museale in cui i visitatori vengono coinvolti attraverso schermi touch, proiezioni interattive e suggestivi supporti multimediali.

Un nuovo allestimento che permetterà ai napoletani e ai turisti di arricchire la propria conoscenza della storia di Napoli facendo risuonare, ancora oggi, la tradizione musicale partenopea, conosciuta in tutto il mondo.

 

 L’obiettivo principale è stato quello di riconoscere percorsi e punti di maggiore interesse per avviare un’ampia strategia di promozione del territorio da attuare secondo le logiche e gli strumenti propri del marketing turistico.

Attraverso l’analisi dettagliata del territorio, si è puntato a creare una rete di itinerari e percorsi turistici capaci di racchiudere al suo interno, esaltandole, le risorse turistiche locali, instaurando una rete di relazioni e, quindi, opportunità tra turisti e operatori del settore, dando modo all’immenso patrimonio di questo territorio di esprimersi e produrre ricchezza, potenziando di conseguenza, l’economia locale.

E' stata realizzata una piattaforma WEB legata ai luoghi (POI) di tre possibili itinerari del beneventano: Itinerario Religioso, Itinerario Culturale, Itinerario Eno-gastronomico. Ciascun POI è stato caratterizzato da una accurata descrizione sia in Italiano che in Inglese, nonché da una produzione Musicale del Conservatorio Statale “Nicola Sala” di Benevento che ne esaltasse i caratteri e le emozioni.
Unitamente è stata sviluppata una APP da Mobile che, utilizzando la funzionalità Navigatore di Google Maps, permette all’utente di raggiungere i punti di interesse lungo il territorio del Sannio, suggerendo a seconda della posizione i luoghi di interesse nelle immediate vicinanze in termini culturali, religiosi ed eno-gastronomici.

Pertanto, gli strumenti proposti sono in grado di veicolare contenuti attraenti ma fornire informazioni declinabili su più livelli, dare la possibilità al soggetto di “combinare” le informazioni e le opportunità in modo tale da personalizzarle e adattarle alle proprie esigenze e aspettative.

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